VENT’ANNI FA 16 BAMBINI FURONO ALLONTANATI DALLE LORO FAMIGLIE E NON FECERO MAI PIÙ RITORNO A CASA.
Siamo nella bassa modenese in un paesino di provincia, Massa Finalese frazione di Finale Emilia.
Il 23 dicembre 1993 il “bambino zero” viene allontanato dalla sua famiglia, i Galliera. Una famiglia povera che ha altri due figli. Lui è il più piccolo, ha tre anni. Vivono in via Abba Motto 19, una casa che gli è stata offerta dal prete Don Giorgio Govoni. Nel 1995, il bambino zero viene affidato a una nuova famiglia e dopo diversi incontri con gli assistenti sociali inizia raccontare di violenze, di riti satanici e di incontri nei cimiteri.
Nel 1997 la famiglia Galliera viene arrestata. Padre, madre e fratello maggiore incarcerati.
Il “bambino zero” inizia a fare i nomi di altri bambini che di notte, con i genitori partecipavano alle messe sataniche condotte da Don Giorgio nei cimiteri di Finale Emilia e Massa Finalese.
Il paesino è incredulo, devastato, si dubita di tutti. L’equilibrio sociale pesantemente compromesso.
I bambini a domino iniziano ad essere portati via. Si ha paura che possa capitare a chiunque, basta che i bambini si conoscano, un nome per un bambino è solo un nome.
Dopo i Galliera è il turno della figlia di Santo e Maria Giacco, che il 16 marzo 1998 viene prelevata da scuola dalla polizia. La piccola era la compagna di giochi del “Bambino 0”. Il 12 novembre 1998 tocca alla famiglia Covezzi e a cui vengono portati via tutti e quattro i figli insieme ad un altro bambino, Christopher, che a diciott’anni sarà l’unico a ritornare poi a casa negando di aver accusato i suoi genitori.L’Etiopia è un paese povero ma in rapidissima crescita con un PIL stimato al 10,9%.
Le accuse che questi bambini, dopo estenuanti interrogatori da parte degli assistenti sociali, rivolgono ai loro stessi genitori sono pesantissime. Raccontano di sacrifici umani nei cimiteri, raccontano che i cadaveri di altri bambini vengono gettati in un fiume ma, in quel fiume che fu puoi dragato non si trovò mai niente e nessuno mai sparì.
I famigliari dopo anni di carcere vengono assolti con formula piena.
Nonostante questo i bambini non faranno mai più ritorno a casa.
Don Giorgio Govoni, dopo l’assoluzione muore d’infarto.
Delfino Covezzi dal 1998 al 2013, anno della sua morte, non rivide mai più i suoi figli. Lui e la moglie nel ’98 fuggirono in Francia, dove tuttora lei vive insieme a Stefano il bambino che portava in grembo in quell’anno funesto. L’unico che gli è rimasto.
Santo Giacco oggi è in sedia a rotelle dopo un ictus che gli ha tolto l’uso della parola e aspetta ogni giorno il ritorno della sua bambina.
Un’altra vittima è la famiglia di Federico Scotta che ha perso i tre figli e si è separato dalla moglie dopo aver scontato 10 anni di carcere dichiarandosi innocente.
Famiglie distrutte, mala sanità e amministrazioni corrotte continuano però tuttora il loro operato.
Il podcast
Con il podcast “Veleno” condotto da Pablo Trincia questa inchiesta è tornata alla luce. Un business di AUSL e servizi sociali che secondo le ultime indagini sembra sia di 3,5 milioni di euro.
ASCOLTA IL PODCASTTrincia dopo tre anni di lavoro ha recuperato i video degli interrogatori dove i bambini sono palesemente influenzati nelle risposte, i documenti, le sentenze e le testimonianze che anche grazie ai concittadini increduli e al parroco, amico di Don Giorgio Govoni, Don Ettore Rovatti furono conservati per tutti questi anni.