Il 15 Marzo 2018 il Parlamento Europeo condanna le violenze e gli omicidi verso i disabili che vengono commessi in Uganda.
In questo paese dell’entroterra dell’Africa Orientale che si colloca al 163° posto su 188 in termini di sviluppo umano i casi di disabilità cognitiva e fisica, secondo stime ufficiali, riguardano il 10% della popolazione.
A causa dell’inesistenza del termine disabile nella lingua ufficiale e alla mancanza di informazione a livello sanitario, un bambino che nasce affetto da handicap si presume colpito da un maleficio che, nella cultura ancestrale e tradizionale viene trasmesso su commissione dalla figura del Witch Craft. Il Witch Doctor è la figura antitetica del Witch Craft, è colui che scaccia il maligno in contrapposizione a colui che lo invoca.
La mancanza di conoscenze verso questi problemi fisici e mentali e il timore dell’oscuro induce la popolazione a credere nel demonio e nella superstizione.
La nascita di un bambino affetto da disabilità genera perciò un sentimento di emarginazione, vergogna e umiliazione.
La stessa nascita è frutto di una maledizione che va scacciata con metodi ancestrali.
Sia il Witch Doctor che il Witch Craft vivono al di fuori della comunità, nei profondi meandri della natura, fra le foreste di banane, quasi a evocare dalla natura stessa lo spirito e i metodi di maledizione e guarigione, come dimostra l’ampio uso di erbe, corna animali e lumache.
Il Witch Doctor richiama moltissimi bambini e adulti che vengono portati o si recano spontaneamente in questi luoghi pagani per esorcizzare il demonio e i peccati.
Negli adulti il metodo più utilizzato per purificarsi è l’induzione al vomito, mentre sui bambini vengono praticate incisioni direttamente sulle malformazioni oppure legati pezzi di stoffa sul corpo nudo di queste creature che sono poi abbandonate nelle mani dei predicatori per mesi.
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Oltre al timore dell’oscuro e a una cultura ancestrale radicata da secoli di credenze popolari, la disperazione, dovuta a un’ignoranza diffusa anche nelle minime nozioni mediche spinge le famiglie a recarsi da questi santoni. In Uganda non vi sono risposte dalla comunità scientifica, né tantomeno diagnosi approfondite. Basti pensare che secondo i dati del WHO ogni 10.000 abitanti il numero dei medici è 1,7 mentre mentre per infermieri e ostetriche si agita intorno ai 13. Le poche terapie e prescrizioni vengono fatte in inglese dai medici e le famiglie non riescono a interpretarle correttamente.
Sia i genitori istruiti che non, all’ennesima “non risposta” da parte della medicina alla disabilità dei figli iniziano a credere nell’oscuro e nelle maledizioni per confidare in una possibile guarigione. I bambini passano mesi in agonia nel bosco di banane, all’esterno della casa di una Witch Doctor.
Non mangiano, peggiorano di giorno in giorno, e sono ricoperti di punture di insetto, nudi, con lacci di stoffa legati sul corpo, un tormento mentale e fisico.
Nell’Uganda di oggi c’è un posto letto in ospedale ogni 689 persone, e finche non ci sarà un assistenza sanitaria adeguata risulterà difficile estirpare dalla cultura tradizionale queste figure ataviche e il timore dell’oscuro.

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